Il caffè del mattino, per milioni di italiani, ha sempre avuto un solo profumo: quello della moka che borbotta sul fornello. Ma ora, quel profumo si mescola all’odore d’Oriente. Il gruppo industriale Hi-P International, con sede a Singapore, compra il controllo del marchio storico italiano e rileva l’azienda fondata da Alfonso Bialetti nel 1933. Una mossa che porta la moka con i baffi — quella che profuma di domeniche in famiglia e risvegli lenti — dentro una nuova dimensione globale. Il brand entra nel portafoglio di una multinazionale asiatica che opera nel settore dell’elettronica e della produzione di massa.
Dall’Italia a Singapore: un passaggio epocale

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La moka che ha cresciuto intere generazioni italiane, simbolo di una cultura affettuosa e radicata, trasloca oltre confine. Il gruppo Hi-P International versa oltre 40 milioni di euro per ottenere la quota di controllo e dichiara l’intenzione di mantenere cuore e produzione in Italia. Ma l’industria non fa sconti ai sentimenti. L’identità profonda di Bialetti — tra design, ingegno e calore domestico — entra nel vortice delle strategie economiche globali, dove il profitto detta il tempo.
Il passaggio a mani estere risveglia un’eco di dubbi e timori: chi proteggerà la memoria che la moka incarna? Il volto dell’Omino coi baffi, tenero e rassicurante, diventa ambasciatore su mercati lontani, ma non può perdere il legame con la tradizione. La nuova proprietà promette di valorizzare il marchio con nuove linee di prodotto e innovazioni tecnologiche, ma il cuore di un brand come Bialetti vive nei dettagli: l’alluminio un po’ scolorito, il manico scheggiato, il gesto lento e preciso del riempire il filtro.
Non solo numeri: l’identità di un Paese
Non si tratta solo di numeri e azioni. La cessione racconta la fragilità di un Paese che troppo spesso non difende i propri simboli, e li affida a chi ne vede solo il valore commerciale. Ma finché ci sarà chi riconosce il suono della moka come un battito familiare, l’anima di Bialetti resterà viva. Non basteranno Hi-P International, i milioni, né le fabbriche high-tech a cancellare ciò che Alfonso Bialetti ha inventato: un gesto d’amore quotidiano.
La moka non smette di raccontare storie, anche se cambia voce.
A cura di Veronica Aceti
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