Il fantasma di Samantha
Una volta Carrie, Charlotte, Samantha e Miranda erano dei punti di riferimento dopo una settimana grigia, una lite con il fidanzato assente, una crisi con la bilancia e la voglia di trovare conforto nella loro simpatia. Bastava accendere la TV e ritrovarle lì – tra brunch, amori disastrosi e confessioni sfacciate – per sentirsi meno sole, più leggere, più comprese.
Adesso troviamo un sequel “zoppo” senza le gambe di Samantha, la sua straordinaria amicizia con Carrie e la capacità di mettere tutti in imbarazzo con la sua dritta verità sul sesso e la vita.
Sex and the City ha sempre funzionato perché il quartetto Carrie, Miranda, Charlotte e Samantha erano indispensabili nell’insieme.
Charlotte che noia!
Charlotte è diventata così noiosa da sembrare quasi stupida. Sempre un passo indietro, intenta a rincorrere il politically correct, senza più quel candore isterico che la rendeva tenera. Adesso è prevedibile, finta, come una pubblicità ben stirata che non ha più nulla da dire.

“And just like that” PH IG
Le nuove arrivate non reggono il confronto
Le due che tentano di sostituire Samantha sono così insipide da non riuscire nemmeno a disturbare. Nessuno scandalo, nessuna battuta tagliente, nessuna nudità dell’anima o del corpo. Sembrano comparse capitate per sbaglio a un dopo cena che non le riguarda.
Miranda è l’aquila ferita che non vola più
Era meglio lasciarla andare Miranda, era un’aquila. E l’hanno privata del becco, della vista acuta, della rabbia che la teneva in volo.
Sarebbe stato meglio lasciarla uscire di scena con dignità, piuttosto che trascinarla in un sequel dove non è più lei.
Un tempo era una donna lucida, brillante, scomoda. Ora è diventata la controfigura di se stessa, incerta, piagnucolosa, persa in dinamiche che non le appartengono.
In nome di un cambiamento che suona forzato, costruito, Miranda ha perso l’unica cosa che la rendeva potente: l’identità.
Big o Aiden: il fuoco che arde o il rifugio che spegne
Il mondo si è sempre diviso in due. Mr Big o Aiden?
Quel Big che ci faceva arrabbiare e sognare nello stesso respiro, che ci lasciava il dubbio eterno: “era l’amore sbagliato o quello giusto in ritardo?”
Con lui Carrie era imperfetta, viva, attraversata dal caos dei sentimenti veri. Senza di lui, sembra solo invecchiata. Il loro legame contorto, sbagliato, bellissimo, era l’unica cosa che non potevi spiegare, ma nemmeno ignorare. E adesso non c’è più. E manca come mancano certe storie che non si chiudono mai davvero, ma a cui qualcuno ha deciso di mettere un punto a caso.
Ci resta Aidan. Con la sua camicia da falegname e l’aria rassegnata.
Ma Aidan è il rifugio, non il fuoco. È l’uomo giusto nel momento sbagliato… o forse l’uomo sbagliato in ogni momento. Il suo ritorno suona come un favore al pubblico, non come un colpo al cuore. E se già era incredibilmente noioso prima, adesso è anche imbarazzante.
Il bisogno struggente di tornare alle origini
Dopo “And Just like that..” si ha bisogno di tornare urgentemente a rivedere la prima puntata di Sex and the City e chissenefrega se sono passati trent’anni.