Home MondoGiorgio Armani e il cinema: come lo stilista che ha vestito Hollywood è diventato protagonista dei red carpet.

Giorgio Armani e il cinema: come lo stilista che ha vestito Hollywood è diventato protagonista dei red carpet.

Dagli abiti iconici di American Gigolò alle anteprime mondiali, Armani ha trasformato lo stile in linguaggio cinematografico, vestendo le star e scrivendo la storia dei tappeti rossi

Da Nora Taylor
giorgio armani ph ig

Ci sono momenti in cui il cinema deve inchinarsi davanti a chi, pur non avendo mai diretto un film, ha saputo scriverne la sceneggiatura silenziosa fatta di stoffe, tagli e silhouette. Giorgio Armani è stato questo: il costumista non ufficiale di Hollywood, il regista parallelo delle passerelle che diventavano scene madri di un racconto collettivo. Noi produttori, che passiamo metà della vita a convincere il pubblico che la finzione è realtà, gli dobbiamo molto. Armani non vestiva semplicemente le star, le scolpiva: Richard Gere in American Gigolò non sarebbe stato icona senza quel guardaroba, e Julia Roberts in smoking al tappeto rosso non sarebbe diventata simbolo di emancipazione glamour senza la sua intuizione.

Ricordo, come nota personale, che quando facevo il regista della squadra di basket mi capitava spesso di inquadrarlo tra il pubblico. Era lì, a seguire la squadra che portava il suo nome, e bastava uno sguardo per cogliere quella naturalezza distinta che lo rendeva unico: non cercava mai di imporsi, eppure dominava la scena con la stessa eleganza con cui vestiva i suoi attori e le sue muse.

Per decenni Armani ha dato al cinema un’estetica di sobria grandezza, fatta di nuance neutre che parlavano più di mille dialoghi, di giacche che raccontavano i personaggi meglio di qualsiasi monologo. Il red carpet è stato la sua seconda sala di proiezione: lì gli abiti diventavano trailer viventi, anticipazioni di un mondo che lo spettatore avrebbe voluto abitare. Chiunque abbia dovuto lanciare un film sa cosa significava poter contare su un abito Armani per l’anteprima: garanzia di luce, di foto indimenticabili, di un’aura che trasformava anche il debutto più fragile in un evento di potenza mediatica.

Oggi che lo salutiamo, non possiamo non pensare che Armani è stato anche un produttore invisibile: ha finanziato la bellezza del cinema senza mai chiedere un biglietto in cambio, investendo nel tempo e nella memoria di ogni immagine. La sua firma rimarrà impressa non solo sulle etichette, ma sulle pellicole, nei frame, nelle fotografie che hanno fissato l’epoca in cui la moda e il cinema parlavano la stessa lingua. Noi, che del cinema viviamo, sappiamo che a vestire i sogni serve qualcuno capace di cucirli addosso: Armani è stato quell’uomo.

A cura di Mario Chiavalin
Leggi anche:  Trovare parcheggio in città sarà sempre più difficile

error: Il contenuto è protetto !!