Un progetto da 745.000 euro per trasformare il dolore in speranza
Il Comune di Napoli ha approvato un intervento di rigenerazione urbana per l’area del Quadrivio di Secondigliano, teatro della tragedia del 23 gennaio 1996. In quella data, una voragine inghiottì un intero tratto di strada e causò la morte di undici persone, tra cui agenti della polizia municipale, civili e operai. Oggi, dopo quasi trent’anni, la città sceglie di non dimenticare, trasformando quel vuoto in uno spazio di memoria e vita.
Un giardino della memoria sorgerà nel cuore del quartiere

L’amministrazione comunale ha deciso di investire 745.000 euro per restituire dignità a una zona ferita e abbandonata per troppo tempo. Il progetto prevede la creazione di un giardino commemorativo, un luogo dove cittadini e familiari delle vittime potranno ritrovarsi e ricordare. L’area verrà completamente riqualificata con verde pubblico, arredi urbani e percorsi pedonali, puntando a un’idea di rigenerazione che metta al centro la comunità.
La sicurezza del sottosuolo diventa priorità assoluta
I tecnici comunali interverranno anche sul consolidamento del sottosuolo, per garantire la piena sicurezza dell’area. Le analisi condotte nei mesi scorsi hanno confermato la presenza di cavità che richiedono opere urgenti. Il nuovo intervento affronterà queste fragilità con tecnologie moderne e materiali sostenibili. Così il quartiere potrà finalmente guardare avanti senza temere nuove tragedie.
Entro il 2026 la fine dei lavori e l’inaugurazione

Il Comune prevede di bandire la gara d’appalto entro la fine del 2025. I lavori partiranno subito dopo e si concluderanno tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno del 2026. La giunta guidata dal sindaco Gaetano Manfredi, insieme alla vicesindaca Laura Lieto, ha definito il progetto come un gesto di giustizia urbana e un segnale concreto di attenzione verso i territori troppo a lungo trascurati.
La città trasforma il ricordo in azione civile
Il Quadrivio di Secondigliano diventerà un luogo in cui il dolore non verrà nascosto, ma trasformato in consapevolezza collettiva. Napoli sceglie di affrontare il suo passato e lo fa attraverso un progetto che unisce urbanistica, memoria e socialità. Il quartiere potrà finalmente riappropriarsi di uno spazio oggi spento, e accendere una luce nuova: quella della partecipazione, della cura e della memoria viva.
A cura di Nadia Raimondi
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