Home Village OnlineUSAItalia‑America Friendship Festival a Vicenza: ponte culturale tra sponde atlantiche

Italia‑America Friendship Festival a Vicenza: ponte culturale tra sponde atlantiche

Vicenza si prepara a ospitare tre giorni di eventi culturali, artistici, enogastronomici e storici per celebrare i legami tra Italia e Stati Uniti

Da Nora Taylor
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Vicenza si trasforma in un palcoscenico internazionale grazie alla prima edizione dell’Italia‑America Friendship Festival, un’iniziativa pensata per rafforzare le relazioni culturali, storiche e sociali tra le due nazioni. Il festival si svolge dal 12 al 14 settembre 2025 e propone un programma ricco di eventi, che coinvolge l’intera città, dai principali monumenti storici ai centri culturali e agli spazi dedicati alla musica e alla gastronomia. L’iniziativa nasce dall’idea di creare un ponte tra culture, valorizzando le radici storiche delle relazioni italo‑americane e promuovendo la conoscenza reciproca attraverso l’arte, la letteratura, la musica, il cinema e le tradizioni gastronomiche. Sin da maggio 2025, la città ha ospitato eventi preparatori, tra conferenze, proiezioni cinematografiche, spettacoli di danza e workshop tematici, con l’obiettivo di introdurre i temi centrali del festival e coinvolgere cittadini e visitatori in un percorso culturale che attraversa sei mesi di attività.

Un calendario di eventi diffuso e articolato

basilica palladiana

basilica palladiana ph wp

Il festival porta in città una serie di eventi distribuiti in luoghi simbolo come la Basilica Palladiana, il Teatro Olimpico, Palazzo Chiericati, Palazzo Barbaran da Porto, Palazzo Trissino, Palazzo Bonin Longare, la Biblioteca La Vigna e il Cinema Odeon. Ogni sede ospita attività differenti, dalle mostre d’arte a conferenze sul tema dell’emigrazione vicentina verso gli Stati Uniti, dai concerti di musica classica e jazz a proiezioni di film americani con discussioni a cura di esperti. L’obiettivo è mostrare come l’architettura, l’arte e le tradizioni italiane abbiano influenzato la cultura americana, con particolare riferimento all’opera di Andrea Palladio, la cui influenza si riflette nello stile architettonico federale statunitense. Il logo del festival sintetizza questo legame, unendo l’elemento della serliana palladiana al Campidoglio di Washington, simbolo concreto della connessione storica tra le due culture.

Il calendario include anche il food village, dove gli chef locali e internazionali presentano piatti tipici italiani e americani, showcooking, degustazioni guidate e masterclass sul vino e le eccellenze gastronomiche. L’iniziativa valorizza inoltre la memoria degli emigranti vicentini negli Stati Uniti, con incontri e narrazioni dedicate ai discendenti che vogliono riscoprire le proprie radici e comprendere l’evoluzione dei legami culturali tra le due sponde dell’Atlantico. Gli eventi preparatori di maggio hanno incluso lo spettacolo di danza “Made in America”, conferenze sulla letteratura americana e proiezioni di film che raccontano le storie di italiani che hanno costruito la propria vita oltreoceano.

I promotori e le istituzioni coinvolte

Il festival nasce da una collaborazione tra il Comune di Vicenza, la National Italian American Foundation (NIAF), il Consolato Generale degli Stati Uniti a Milano, l’ente Vicentini nel Mondo e partner culturali e istituzionali come Neri Pozza, Fondazione Monte di Pietà, Palladio Museum / CISA, Mondoserie, Biblioteca Bertoliana, Cinema Odeon e Confindustria Vicenza. L’organizzazione tecnica e logistica è affidata alla Fondazione Teatro Comunale di Vicenza, che coordina le attività in tutti i luoghi storici e culturali della città. Il sindaco Giacomo Possamai ha sottolineato come il festival sia «una grande occasione per rafforzare i legami culturali con gli Stati Uniti e valorizzare le nostre radici storiche». Il Console per la Cultura Yoon Nam ha aggiunto che si tratta «di una celebrazione dei nostri legami, che contribuisce a consolidare l’amicizia tra i due Paesi».

Reazioni e dibattito nella comunità vicentina

L’iniziativa ha suscitato anche un acceso dibattito pubblico. Alcune associazioni locali hanno espresso critiche, chiedendo di sospendere l’evento per la presenza storica e attuale di basi militari statunitensi nella città. I pacifisti hanno definito il festival «un’amicizia imposta», sostenendo che rischia di normalizzare la presenza militare americana e di trascurare la memoria della mobilitazione civica contro la militarizzazione. Il movimento No Dal Molin e altri attivisti ricordano che la città ha una storia di opposizione alle basi militari, e che il festival potrebbe essere interpretato come un tentativo di migliorare l’immagine delle forze statunitensi senza considerare conflitti e tensioni storiche. Alcuni commentatori hanno inoltre messo in luce il coinvolgimento di realtà legate all’industria bellica tra i finanziatori, sottolineando i possibili legami economici e politici dell’iniziativa.

Nonostante le polemiche, il festival rappresenta un’occasione concreta per la città di confrontarsi con temi di grande rilevanza culturale e sociale, e offre ai cittadini la possibilità di partecipare a eventi unici che uniscono arte, gastronomia, musica e memoria storica. La città si prepara così a vivere giorni intensi, con migliaia di visitatori attesi sia dall’Italia che dall’estero, e un programma capace di coniugare intrattenimento, approfondimento culturale e riflessione sulle radici comuni tra Italia e Stati Uniti.

A cura di Nora Taylor
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