Nel cuore della pianura padana, dove l’asfalto domina e il cemento spesso soffoca il verde, l’Idroscalo di Milano si rivela come una sorpresa inattesa. Non tutti sanno che questo specchio d’acqua artificiale, oggi rifugio per sportivi, famiglie e sognatori, nasce nel 1930 per accogliere gli idrovolanti, in un’epoca in cui Milano coltivava sogni d’altura e di velocità.
All’epoca, la città si preparava a diventare una capitale moderna, proiettata verso il futuro. Serviva uno scalo che potesse competere con le grandi metropoli europee. Così, alle porte di Milano, vicino all’aeroporto di Linate, gli operai scavarono il bacino con fatica e orgoglio. L’Idroscalo prese forma: un lago lungo quasi due chilometri e mezzo, largo 300 metri, profondo fino a sei. Doveva ospitare il decollo e l’atterraggio dei velivoli d’acqua, ma il destino aveva in mente altro.
Dagli aerei all’anima popolare di Milano

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Con l’arrivo del secondo dopoguerra, il volo civile cambiò rotta e gli idrovolanti sparirono dai cieli meneghini. L’Idroscalo però non finì nel dimenticatoio. Anzi, cominciò una seconda vita. I milanesi lo adottarono come il loro mare: più vicino, più accessibile, più intimo. Le sue rive si animarono di bagnanti, famiglie in gita, canottieri, pescatori. I chioschi offrirono panini e granite, mentre le canoe e i pedalò solcavano le acque come piccole barche in vacanza.
Negli anni Sessanta e Settanta, l’Idroscalo raggiunse l’apice della sua popolarità. Il Parco dell’Idroscalo diventò punto di ritrovo per studenti, poeti, sportivi e artisti. L’atmosfera era quella di una Milano che sognava in grande, ma che trovava bellezza anche nel semplice pic-nic sull’erba o in una nuotata al tramonto.
Oggi, tra sport, cultura e memoria
Oggi l’Idroscalo vive una nuova stagione. Non è solo un luogo per nuotare o passeggiare: è un centro polifunzionale, culturale e sportivo, aperto a tutti, dove si praticano canottaggio, wakeboard, running, yoga. Le sue rive ospitano eventi, concerti, spettacoli teatrali. Il Parco offre anche spazi dedicati all’arte e alla memoria, come la “Passeggiata dei Giusti” e le installazioni dedicate ai diritti umani.
La città ha imparato a prendersene cura, e lo fa ogni giorno, grazie a cittadini, associazioni e istituzioni. L’Idroscalo non è solo un luogo fisico: è un’idea. Quella di una città che, anche quando costruisce artificialmente qualcosa, può generare bellezza, comunità e respiro.
In una Milano sempre più frenetica, dove il tempo corre e le voci si mescolano nel traffico, l’Idroscalo resta un angolo di pace e natura, un piccolo miracolo d’acqua creato dall’uomo ma restituito al cuore della gente.
A cura di Nora Taylor
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