Orsara di Puglia, affascinante borgo incastonato nei Monti Dauni, rappresenta da sempre un riferimento identitario per le tradizioni popolari della Puglia interna, un luogo dove la civiltà rurale dialoga continuamente con le radici più autentiche della storia territoriale e comunitaria. La memoria collettiva, i simboli arcaici e il senso di appartenenza definiscono l’anima profonda di questo paese, che negli anni ha saputo custodire e rinnovare il proprio patrimonio culturale.
Il rito dei Fucacoste e delle Cocce Priatorije
Il rito dei Fucacoste e delle Cocce Priatorije coinvolge intensamente la comunità locale e rappresenta, da tempo, l’appuntamento più riconoscibile e partecipato dell’intero calendario culturale di Orsara. Durante i Fucacoste, la popolazione accende numerosi falò sia nel centro storico sia nelle zone periferiche, utilizzando la ginestra come elemento simbolico centrale. La combustione di questa pianta genera lapilli che si innalzano verso il cielo, creando un legame evocativo tra il mondo dei vivi e quello dei defunti, una connessione immaginaria che rafforza il valore spirituale del rito.
Le Cocce Priatorije, invece, prendono forma attraverso zucche intagliate che custodiscono al loro interno un piccolo lume acceso. A un primo sguardo ricordano l’estetica di Halloween, ma a Orsara assumono un significato completamente diverso: non evocano paura, bensì luce, memoria e orientamento spirituale. La processione della Confraternita dei Morti e la celebrazione eucaristica notturna completano il percorso rituale, rafforzando l’aspetto liturgico e simbolico di una tradizione complessa e profondamente sentita.
L’arte contemporanea incontra la tradizione
Quest’anno Orsara sceglie una direzione coraggiosa e consapevole, spingendo la tradizione verso una dimensione nuova e dinamica. Il paese punta a valorizzare e a capitalizzare culturalmente quanto emerso nel corso delle quattro edizioni delle residenze d’artista, aprendo con decisione le porte all’arte contemporanea. Nasce così la prima edizione della rassegna Io sono il Fuoco, realizzata grazie al contributo determinante del main sponsor A.T.S. Monte Maggiore, nella prestigiosa cornice del Palazzo De Gregorio, edificio storico appena restaurato che ambisce a diventare il centro vitale della produzione culturale locale.
Il titolo della rassegna richiama la forza simbolica del Fuoco, elemento che l’umanità ha sempre associato alla trasformazione, all’energia primordiale e alla creazione. In un contesto così fortemente ancorato ai riti ancestrali, Orsara propone una fusione autentica tra passato e presente, un dialogo fertile tra patrimonio identitario e sperimentazione artistica.
Artisti, linguaggi e simboli del Fuoco

orsara di puglia io sono il fuoco ph press
Nel Palazzo De Gregorio, la rassegna ha accolto numerosi artisti contemporanei che hanno interpretato il tema del Fuoco attraverso linguaggi espressivi differenti e complementari. Pittura, fotografia, scultura, installazioni e performance hanno costruito un percorso immersivo fatto di visioni, emozioni e riflessioni, tutte connesse al valore simbolico del Fuoco come elemento che purifica, illumina e rinnova.
L’iniziativa supera il semplice ruolo espositivo e propone un’occasione di riflessione profonda sul rapporto tra radici culturali e futuro, invitando il pubblico a vivere un’esperienza partecipata che va oltre l’osservazione estetica. I visitatori entrano in relazione emotiva con un elemento naturale che accompagna la storia umana fin dalle origini, riscoprendone la potenza evocativa e trasformativa.
Il Simposio e i protagonisti istituzionali
Intanto Orsara si prepara al primo Simposio, in programma sabato 27 dicembre alle ore 17. L’evento prevede gli interventi di saluto del sindaco Mario Simonelli, della delegata alla Cultura Concetta Terlizzi, del parroco don Danilo Zoila, del presidente dell’Ordine degli architetti di Foggia Tiziano Bibbò e del presidente della cooperativa Ugo Fragassi.
Seguiranno gli interventi tecnici di Patrizio De Michele, curatore delle Residenze d’Artista, di Alfredo de Biase in rappresentanza del Ministero della Cultura e del critico d’arte e docente dell’Accademia delle Belle Arti di Napoli Pasquale Lettieri, che ha curato l’intero progetto. Un momento di confronto e approfondimento che rafforza il dialogo tra istituzioni, arte e comunità, confermando Orsara come laboratorio culturale vivo e in continua evoluzione.

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A cura di Nora Taylor
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