Chi vive a Treviso o nei suoi dintorni lo sente dire spesso: _“Siamo nella Marca”. Lo si trova scritto sui cartelli, nei nomi delle aziende, nei titoli dei libri e delle iniziative culturali. Ma in pochi si chiedono davvero perché questo territorio porti ancora addosso un nome così particolare e così antico.
La prima volta che si incontra la parola Marca, sembra qualcosa di misterioso, quasi poetico. E invece viene da una pagina precisa della storia, una di quelle che hanno lasciato un segno profondo.
Quando Treviso era una terra di confine

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Per capire cosa significa Marca, bisogna tornare indietro nel tempo, molto indietro. Siamo nell’epoca dei Franchi, in un’Europa che cerca ancora di ricomporsi dopo la caduta dell’Impero Romano. I grandi imperatori carolingi, come Carlo Magno, organizzano il territorio in zone di controllo, e chiamano “marche” le aree di confine. Queste zone non servono solo a difendere l’impero: diventano anche punti di scambio, di dialogo – e a volte di scontro – tra popoli e culture.
Treviso si trova proprio lì, in una posizione strategica. Non è solo una città: è una frontiera, una finestra sull’Est. Per questo nasce la Marca Trevigiana, una terra affidata a un marchese, che deve governarla e proteggerla.
Ma qui non si racconta solo di guerre o di confini: si parla di identità, di radici, di senso di appartenenza.
Un’eredità che non si è mai spenta
Con il passare dei secoli, gli imperi cambiano, i marchesi spariscono, ma il nome Marca resta. Quando arriva la Serenissima, Treviso diventa parte del dominio veneziano, ma la sua anima rimane legata al suo passato. La gente continua a chiamare questa terra Marca Trevigiana, come se il tempo non avesse potuto cancellare il legame.
Anche oggi, tra le colline del Prosecco, le campagne ordinate, i borghi antichi e le piazze vive, si sente quella parola vibrare in sottofondo. Non è nostalgia: è consapevolezza. È il modo in cui chi vive qui racconta se stesso, una parola che tiene insieme storia, territorio e orgoglio.
La Marca è molto più di un nome

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Oggi il nome Marca è ovunque. Non per moda, ma perché parla di un’identità profonda. C’è chi lo usa per valorizzare i prodotti tipici, chi lo mette nei titoli dei giornali locali, chi lo riscopre nei testi antichi e nelle poesie in dialetto.
Dire Marca non significa solo indicare un luogo. Significa evocare una storia lunga mille anni, fatta di passaggi, mescolanze, incontri. Significa raccontare una comunità che non ha mai dimenticato chi è, anche se ha saputo cambiare e reinventarsi nel tempo.
Un nome che racconta chi siamo
Ecco perché Treviso è detta Marca. Non per caso, non per abitudine. Ma perché quel nome porta con sé il peso e la bellezza di una storia che continua. È una parola che appartiene al passato, ma che parla anche al presente. E forse è proprio questo che rende speciale questo angolo di Veneto: la capacità di ricordare da dove si viene, per sapere dove si vuole andare.
A cura di Jano Parrino
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