Il 3 febbraio 1865, Firenze ha accolto il ruolo di nuova capitale del Regno d’Italia, subentrando a Torino. Il governo ha deciso il trasferimento per rafforzare l’unità nazionale e per avvicinare il cuore politico del Paese al centro geografico della Penisola. La notizia ha scosso profondamente i cittadini torinesi, mentre i fiorentini hanno accolto con entusiasmo l’arrivo del Parlamento e della Corte.
Il cambiamento non ha coinvolto solo le istituzioni, ma ha modificato profondamente la vita quotidiana della città. Firenze ha avviato grandi lavori urbanistici, ampliato le sue infrastrutture e adattato edifici storici alle nuove esigenze governative. Il Palazzo Pitti ha accolto la famiglia reale, mentre Palazzo Vecchio ha ospitato parte dell’attività parlamentare.
Motivazioni politiche e strategiche dietro la scelta
Il governo ha scelto Firenze per diversi motivi. La sua posizione geografica, quasi centrale, ha offerto un punto d’incontro tra nord e sud. Inoltre, la capitale toscana ha rappresentato una scelta diplomatica: il trasferimento ha evitato di compromettere i delicati equilibri con la Francia, che ancora controllava Roma tramite lo Stato Pontificio.
Firenze ha assunto un ruolo chiave nella costruzione dell’identità nazionale. Intellettuali, artisti e politici hanno trovato nella città un luogo simbolico, culla del Rinascimento e della lingua italiana, ideale per rappresentare la giovane nazione.
Un periodo breve ma denso di trasformazioni
Il periodo fiorentino della capitale è durato solo sei anni, ma ha lasciato un segno profondo nella storia urbana e culturale della città. Il 20 settembre 1870, con la presa di Roma, il Regno ha potuto finalmente spostare la capitale nella città eterna, completando simbolicamente il processo di unificazione.
Nonostante il trasferimento della capitale a Roma nel 1871, Firenze conserva tuttora i segni di quel periodo di grande fermento. I viali, ispirati al modello parigino, gli edifici pubblici e le trasformazioni urbanistiche testimoniano ancora oggi l’importanza storica di quel capitolo.
Firenze, anche se solo per sei anni, ha scritto una delle pagine più importanti dell’Italia unita.
A cura di Nadia Raimondi
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