Un terribile attentato ha sconvolto Bondi Beach, a Sydney, proprio nel cuore di una delle località balneari più famose d’Australia. Quella che doveva essere una pacifica celebrazione di Hanukkah è diventata teatro di un massacro: le autorità confermano la natura terroristica dell’evento e l’intero Paese si trova ora in stato di shock.
Il momento dell’attacco e le vittime
Il bilancio è drammatico: almeno dodici persone sono decedute e decine risultano ferite. Gli aggressori armati hanno colpito la folla che si era radunata al tramonto per l’accensione della prima candela della festività ebraica. Tra le vite spezzate figura anche il rabbino della città, una guida spirituale fondamentale per la comunità, colpito a morte mentre celebrava il rito con circa duemila fedeli. Gli spari sono iniziati improvvisamente lungo Campbell Parade, trasformando la musica e la gioia in panico e disperazione.
La reazione delle forze dell’ordine e le indagini
Inizialmente scambiati per fuochi d’artificio da alcuni testimoni, i colpi hanno presto rivelato la loro natura brutale. La Polizia ha reagito con prontezza, isolando l’area con l’ausilio di elicotteri e squadre tattiche. Due attentatori sono stati neutralizzati: uno è stato ucciso durante il conflitto a fuoco, mentre l’altro è stato fermato. Le indagini proseguono serrate per scoprire l’eventuale presenza di una rete di complici dietro questo gesto vile.
Le condanne internazionali e il dolore della comunità
Il commissario del Nuovo Galles del Sud ha descritto l’evento come un attacco mirato e pianificato contro la comunità ebraica. Anche il Primo Ministro australiano ha convocato il Comitato per la sicurezza nazionale, assicurando una risposta decisa contro l’antisemitismo. Dall’estero, Israele ha espresso ferma condanna per l’accaduto. Bondi Beach, simbolo di vita e libertà, è ora avvolta nel silenzio e nel lutto, con fiori e candele che coprono la sabbia, mentre l’Australia si interroga su come l’odio sia riuscito a colpire così duramente.
A cura della redazione

