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Truffe online e droga, arrestato un cittadino a Trieste

Dopo settimane di indagini i Carabinieri di via Hermet, coordinati dalla Procura della Repubblica di Trieste, hanno scoperto un giro di truffe telematiche e trovato droga, armi e documenti falsi nell’abitazione di un cittadino marocchino residente in via Vergerio

Da Nora Taylor
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Le indagini e il contesto dell’operazione

I Carabinieri della Compagnia di via Hermet hanno seguito per settimane le tracce di un cittadino marocchino, classe ’92, già noto alle forze dell’ordine. Secondo quanto emerso, l’uomo continuava a mettere in atto “truffe online utilizzando documenti rubati” e per questo motivo i militari avevano avviato una complessa attività investigativa sotto la direzione della Procura della Repubblica di Trieste. Le investigazioni hanno permesso di raccogliere elementi utili che hanno portato a organizzare un’operazione mirata nella serata di venerdì 1° agosto.

I Carabinieri della Stazione di via Hermet hanno agito con il supporto dei colleghi del Nucleo Investigativo e di un’unità cinofila della polizia locale di Trieste. Le forze dell’ordine hanno scelto di intervenire direttamente presso l’abitazione del sospettato, situata in via Vergerio, consapevoli della delicatezza della situazione e della possibilità di rinvenire materiale di rilievo per le indagini in corso.

La perquisizione e i materiali trovati

Durante la perquisizione all’interno dell’appartamento, i militari hanno rinvenuto sostanze stupefacenti, verosimilmente marijuana e cocaina. Al fianco della droga è emerso anche un bilancino di precisione, indizio significativo dell’attività di spaccio. Ma gli elementi più rilevanti riguardano il materiale informatico e documentale. Infatti, i Carabinieri hanno trovato corrispondenza bancaria intestata ad altre persone, due computer portatili con archivi contenenti documenti e fotografie di soggetti presumibilmente usati per attivare conti correnti fittizi e ben dieci telefoni cellulari.

Questi elementi fanno ipotizzare un sistema organizzato per truffe telematiche, in cui venivano sfruttati documenti rubati e identità fittizie per portare avanti attività fraudolente. Le forze dell’ordine hanno descritto come l’attrezzatura sequestrata potesse rappresentare un vero e proprio arsenale informatico utile per proseguire reati seriali contro ignari cittadini.

Il ritrovamento dell’arma e le contestazioni

Oltre alla droga e ai dispositivi elettronici, i Carabinieri hanno trovato una rivoltella non denunciata e detenuta irregolarmente. L’arma, priva di munizioni, si trovava nell’abitazione senza che l’uomo fosse in grado di fornire spiegazioni convincenti sulla sua presenza. “L’uomo non forniva spiegazioni sulla sua presenza in casa” hanno riportato gli inquirenti, sottolineando la gravità del ritrovamento. La detenzione illegale di un’arma da fuoco rappresenta un ulteriore capo d’accusa che si somma alle indagini già avviate per truffe e droga.

L’intervento delle forze dell’ordine ha portato al sequestro di tutto il materiale rinvenuto, compresi i dispositivi elettronici, la corrispondenza bancaria, le sostanze stupefacenti e la pistola. Gli inquirenti considerano tali elementi fondamentali per proseguire gli approfondimenti investigativi, anche in relazione a possibili complici o collegamenti con reti criminali più ampie.

L’arresto e la fase successiva delle indagini

I Carabinieri hanno arrestato il cittadino marocchino e lo hanno messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria presso la Casa Circondariale di Trieste. L’operazione conferma la costante attenzione delle forze dell’ordine verso i reati telematici e lo spaccio di sostanze stupefacenti, fenomeni che spesso si intrecciano e alimentano circuiti criminali complessi.

Tuttavia, come ricordato nel comunicato ufficiale, il procedimento penale si trova ancora nella fase delle indagini preliminari. Le responsabilità dell’indagato dovranno essere valutate in sede processuale e soltanto il giudizio finale potrà stabilire l’effettiva colpevolezza. Le autorità hanno anche ribadito che non vengono fornite le generalità complete dell’uomo né ulteriori dettagli che possano condurre alla sua identificazione, nel rispetto dei diritti della persona indagata e della presunzione di innocenza.

A cura di Simone Pasquini
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