La proposta di Setrak Tokatzian e il malessere del centro storico
Setrak Tokatzian, noto gioielliere e presidente dell’Associazione Piazza San Marco, ha scosso l’opinione pubblica veneziana e nazionale lanciando una proposta destinata a far discutere: una tassa d’ingresso da 100 euro per i turisti giornalieri. L’iniziativa, definita apertamente come una provocazione, nasce dalla crescente esasperazione di residenti e commercianti storici di Venezia di fronte a un fenomeno che da anni minaccia la qualità della vita nel centro storico: l’overtourism.
Secondo Tokatzian, i visitatori che arrivano in giornata – senza pernottare, spesso organizzati in gruppi, guidati da un itinerario frenetico e senza vere ricadute economiche – rappresentano una delle principali cause di stress urbano, degrado ambientale e pressione infrastrutturale. “Venezia non può più essere trattata come un parco a tema gratuito dove si entra, si scatta una foto e si scappa”, ha dichiarato.
La proposta, pur non provenendo dal Comune, ha innescato una riflessione concreta: Venezia ha bisogno di filtrare il turismo mordi e fuggi con strumenti più efficaci rispetto al contributo d’accesso attuale, fissato tra i 5 e i 10 euro solo in determinate giornate.
La reazione delle associazioni dei consumatori e degli operatori turistici
Immediata la risposta delle associazioni dei consumatori. Assoutenti ha definito l’idea “folle e antisociale”, affermando che una tassa di tale portata penalizzerebbe le fasce più deboli e trasformerebbe Venezia in una meta d’élite. “Il diritto alla bellezza non può diventare un privilegio per pochi”, ha commentato il presidente dell’associazione, chiedendo piuttosto misure sostenibili, incentivi per i pernottamenti e un piano più ampio di gestione dei flussi turistici.
Tuttavia, alcuni operatori turistici e residenti hanno espresso sostegno all’iniziativa. Secondo molti albergatori e botteghe storiche, il turismo giornaliero non porta un reale beneficio economico alla città: i visitatori consumano servizi, aumentano i costi di pulizia e sorveglianza, ma spesso spendono pochissimo. “Chi ama davvero Venezia deve anche accettare il dovere di rispettarla e sostenerla”, ha commentato un ristoratore di San Marco.
I numeri dell’overtourism e il bilancio del contributo d’accesso

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Nel 2025 Venezia ha introdotto un contributo d’accesso tra 5 e 10 euro in 54 giornate definite ad alta affluenza. Questa misura, considerata sperimentale, ha fruttato oltre 1,5 milioni di euro netti dopo i costi di gestione. Eppure, i numeri dell’overtourism restano allarmanti: oltre 20 milioni di visitatori annui, gran parte dei quali concentrati nei mesi estivi e nelle festività.
Secondo i dati forniti dagli uffici comunali, più del 70% dei turisti visita la città in meno di otto ore, contribuendo in maniera minima al tessuto commerciale e culturale veneziano. Questa dinamica non solo svilisce l’esperienza del viaggio, ma mette a rischio l’equilibrio ambientale e sociale di una città fragile come Venezia.
Setrak Tokatzian ha precisato che la proposta dei 100 euro non è da intendersi come un’imposizione definitiva, ma come un messaggio forte: “Vogliamo provocare un dibattito. Se la soglia dei 5 euro non basta a scoraggiare il turismo distratto, bisogna trovare una soglia che costringa a scegliere se entrare davvero a Venezia o guardarla da lontano”.
Il dibattito politico e il futuro della città
Il Comune di Venezia, al momento, non ha preso una posizione ufficiale sulla provocazione dei commercianti, ma il dibattito è ormai avviato. Alcuni consiglieri comunali hanno chiesto un confronto urgente per valutare l’efficacia e l’etica di misure più severe, mentre altri hanno invitato alla cautela per non danneggiare l’immagine turistica internazionale della città.
Anche tra i cittadini le opinioni si dividono. Molti residenti appoggiano la proposta, esasperati dalla congestione quotidiana, dalla perdita di spazi pubblici e dalla scomparsa delle botteghe storiche. Altri temono che l’aumento delle barriere economiche all’ingresso finisca per trasformare Venezia in un luogo esclusivo, snaturato nel suo spirito di accoglienza e apertura.
Nel frattempo, Setrak Tokatzian e l’Associazione Piazza San Marco non arretrano. “Se vogliamo salvare Venezia, dobbiamo avere il coraggio di fare scelte impopolari. La città è patrimonio dell’umanità, non un souvenir da consumare in fretta”, ha ribadito in un’intervista a la Repubblica.
Il futuro di Venezia resta dunque sospeso tra la tutela di un ecosistema unico al mondo e la necessità di trovare un equilibrio tra accessibilità e sostenibilità. La provocazione dei 100 euro, sebbene estrema, ha avuto il merito di riaprire una discussione cruciale.
A cura di Nora Taylor
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