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Vernice rossa contro i borseggiatori: la tattica che divide le città europee

Un fattorino di Londra spruzza i ladri con vernice rossa e l’idea raggiunge anche Venezia, scatenando dibattiti tra cittadini e istituzioni

Da Nora Taylor
borseggiatori ph fp

In alcune grandi città europee si diffonde una pratica controversa ma sempre più visibile per contrastare i borseggiatori: l’utilizzo di spray colorato per “marchiarli” in pubblico. Da Londra a Venezia, la tattica genera opinioni contrastanti tra chi la considera una forma di attivismo civico e chi ne segnala i rischi legali e sociali.

Il vigilante di Londra: spruzzo la vernice rossa sui borseggiatori

A Londra, il protagonista di questa iniziativa è un fattorino brasiliano di nome Diego Galdino, diventato noto grazie ai suoi video sui social. Diego spruzza vernice rossa sui presunti borseggiatori mentre li riprende con una videocamera per documentare gli episodi. L’obiettivo dichiarato è duplice: “dissuadere i borseggiatori dal ripetere i furti e rendere visibili immediatamente i sospetti agli altri cittadini”. Nei video pubblicati da Diego si vedono chiaramente persone con macchie rosse sulla schiena o sulle giacche, segnalando ai passanti che potrebbero essere state coinvolte in furti. Diego sottolinea di non cercare lo scontro fisico, ma di utilizzare la vernice come deterrente e mezzo di denuncia. Secondo lui, la vernice resta visibile abbastanza a lungo da rendere l’individuo riconoscibile e scoraggiare ulteriori azioni criminali.

La pratica arriva a Venezia: un contesto diverso

Anche a Venezia l’idea di “marcare” i borseggiatori ha attirato attenzione, ma si manifesta in modo diverso. In città, il problema principale rimane l’uso di spray al peperoncino da parte dei ladri per facilitare la fuga dopo il furto, più che la vernice colorata usata dai cittadini. Alcuni comitati locali si sono attivati per segnalare la presenza di borseggiatori e per sensibilizzare turisti e residenti, ma la pratica di spruzzare vernice sui sospetti non si è ancora concretizzata in modo strutturato. In più episodi documentati, i cittadini che tentano di riprendere o denunciare i ladri si trovano a dover affrontare conseguenze legali, a volte venendo denunciati a loro volta per reati come stalking o molestie. In questo contesto, l’uso di tecniche di “giustizia fai-da-te” rischia di generare conflitti e tensioni sociali invece di garantire sicurezza.

Rischi e dibattito sociale

La tattica di spruzzare vernice rossa sui borseggiatori divide l’opinione pubblica. Da un lato, molti cittadini vedono in questo gesto una risposta concreta all’insicurezza urbana e una forma di attivismo diretto. Dall’altro, emergono critiche sul rischio di errori: persone innocenti possono essere marcate per sbaglio, e il gesto può sfociare in comportamenti aggressivi o illegali. Secondo alcuni attivisti, la vernice ha un potere deterrente reale: chi viene segnato diventa immediatamente riconoscibile, riducendo la libertà di azione dei borseggiatori. Tuttavia, senza una normativa chiara, queste azioni rimangono nel limbo legale, creando tensioni tra cittadini e istituzioni.

Il contesto veneziano tra paura e attivismo

A Venezia la situazione appare complessa. I borseggiatori agiscono con crescente aggressività, utilizzando spray urticanti e approfittando della folla di turisti per compiere i furti. I cittadini che cercano di contrastarli con segnalazioni o riprese video si scontrano con limiti normativi e rischiano denunce legali. Monica Poli, attivista veneziana, denuncia: “Noi che segnaliamo chi ruba diventiamo i colpevoli”. Questo evidenzia la difficoltà di proteggere la comunità senza violare la legge, e mostra quanto sia delicato il confine tra sicurezza civile e giustizia fai-da-te.

Verso un equilibrio tra sicurezza e legalità

L’uso della vernice rossa come deterrente rimane simbolico: indica la volontà dei cittadini di reagire ai furti e di denunciare comportamenti illegali, ma senza regole chiare rischia di creare più problemi di quanti ne risolva. A Londra, Diego Galdino continua la sua attività convinto del valore della visibilità, mentre a Venezia il dibattito rimane aperto tra cittadini, commercianti e istituzioni. Il nodo principale riguarda la normativa: serve maggiore chiarezza per permettere ai cittadini di agire senza rischiare ripercussioni legali. Telecamere, sorveglianza e regolamenti specifici potrebbero rappresentare strumenti più efficaci e sicuri rispetto alla giustizia fai-da-te. La vernice rossa, così, resta un simbolo della ricerca di giustizia immediata, ma il futuro di questa tattica dipenderà dall’equilibrio tra attivismo civico e rispetto della legge.

A cura di Nora Taylor
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