Home LifestyleAppuntamentiVisioni in movimento: Parallax di Kevin Abosch a Palazzo Citterio, Milano

Visioni in movimento: Parallax di Kevin Abosch a Palazzo Citterio, Milano

Un’esplorazione artistica tra tecnologia, percezione e memoria

Da Nora Taylor
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Dal 12 giugno al 14 settembre 2025, il grande ledwall al piano terra di Palazzo Citterio a Milano, centro pulsante della Grande Brera, accoglie Parallax, una video-opera generativa dell’artista concettuale Kevin Abosch (1969). L’opera, firmata da uno dei pionieri nell’impiego dell’intelligenza artificiale nel campo creativo, si sviluppa come una meditazione visiva intensa e coinvolgente sul legame profondo tra percezione, tecnologia e identità.

Parallax, realizzata da Kevin Abosch Studio insieme al Museo nazionale dell’Arte digitale, con la curatela di Clelia Patella, trae ispirazione dalla presenza dell’Osservatorio astronomico di Brera. Questo simbolo dell’esplorazione cosmica, parte integrante del complesso culturale che ospita la Pinacoteca, l’Accademia, la Biblioteca Braidense e l’Orto botanico, arricchisce il dialogo tra scienza e arte.

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“Con Parallax, il Museo nazionale dell’Arte digitale intende promuovere una creatività che coniuga innovazione e memoria. L’opera di Kevin Abosch”, dichiara la direttrice Maria Paola Borgarino, “dimostra come le nuove tecnologie possano dialogare con il patrimonio storico, reinterpretandolo e offrendo al visitatore nuove chiavi di lettura.”

Kevin Abosch esplora la tensione tra uomo e macchina

Kevin Abosch racconta: “Ho accolto con entusiasmo l’opportunità di presentare Parallax a Brera, un luogo da sempre legato all’osservazione, dagli astronomi dello storico Osservatorio ai visitatori del museo di oggi.”
L’artista approfondisce la sua ricerca sulla visione mediata dalla tecnologia e sulle tensioni sottili che emergono quando intelligenze umane e artificiali condividono un orizzonte percettivo comune. Parallax non fornisce risposte, ma crea uno spazio di ambiguità, spingendo chi osserva a fermarsi e riflettere sull’incertezza.

Kevin Abosch decide di installare la sua opera accanto all’Osservatorio di Brera, scegliendo di offrire una cosmologia digitale inedita. Invece di una finestra sull’universo, propone un paesaggio mentale in movimento, dove in tre minuti di lenta e ipnotica rotazione scorrono forme sospese, che combinano il tecnologico e l’organico. Queste visioni evocano un’archeologia del futuro, in cui l’immaginazione gioca un ruolo centrale.

Oggetti familiari ma ambigui, simili a relitti spaziali, strumenti meccanici o frammenti di corpi umani, fluttuano sullo schermo. Chi guarda non rimane spettatore passivo, ma diventa parte attiva nell’elaborazione del senso dell’opera, generando un’interpretazione personale attraverso l’immaginazione.

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Il titolo Parallax si riferisce alla parallasse, un fenomeno ottico che provoca un cambiamento nella posizione apparente di un oggetto in base al punto di osservazione. In astronomia, questo concetto ha permesso la misurazione delle distanze stellari. Nell’opera, la parallasse assume un valore poetico: ciò che cambia non è solo l’immagine, ma anche il significato profondo della realtà.

Clelia Patella evidenzia la vertigine temporale dell’opera

“Ciò che risulta particolarmente affascinante in Parallax”, afferma la curatrice Clelia Patella, “è il modo in cui Abosch riesce a materializzare l’invisibile tensione tra memoria e futuro. Osservando questi frammenti rotanti, ci si ritrova a chiedersi se stiamo guardando reperti di un futuro già accaduto o prototipi di un passato mai esistito. È in questa vertigine temporale che l’opera rivela la sua potenza più autentica: trasformare lo spettatore da osservatore passivo a partecipante attivo nella costruzione di significato.”

Parallax rappresenta il nuovo capitolo del ciclo espositivo sul ledwall di Palazzo Citterio, nato in collaborazione con il Museo nazionale dell’Arte digitale. Questo percorso ha avuto inizio con Renaissance Dreams – Capitolo 1: Pittura di Refik Anadol ed è proseguito con Madame Pinin dei MASBEDO. L’intervento di Kevin Abosch amplia il progetto, offrendo una nuova tappa nel cammino dell’arte digitale tra presente e futuro.

A cura di Nora Taylor
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