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Granchio blu, emergenza in Veneto: rimborsi ai pescatori e monitoraggio intensificato

La Regione Veneto affronta l'invasione del granchio blu con misure straordinarie per sostenere la pesca e tutelare l'ecosistema, intervenendo con rimborsi economici e programmi scientifici di monitoraggio

Da Nora Taylor
granchio blu ph ig

L’invasione del granchio blu (Callinectes sapidus) lungo le coste del Veneto ha raggiunto livelli critici, mettendo a rischio la biodiversità locale e l’economia del settore ittico. La Regione ha attuato un piano straordinario che prevede rimborsi tempestivi per i pescatori danneggiati e un monitoraggio scientifico intensivo della specie invasiva.

Un’invasione che minaccia l’equilibrio ecologico

Originario delle coste atlantiche americane, il granchio blu è arrivato nel Mar Mediterraneo probabilmente attraverso le acque di zavorra delle navi. La sua presenza in Italia risale al 2017 e, da allora, la specie ha mostrato una diffusione rapida e preoccupante. Nel 2024, in Veneto, le catture hanno superato le 700 tonnellate, con un aumento significativo rispetto agli anni precedenti.

La specie predilige ambienti lagunari e costieri, nutrendosi di molluschi bivalvi, pesci e vegetazione acquatica. La Sacca di Scardovari, nel Delta del Po, ha subito danni ingenti: circa 600 allevatori di vongole veraci hanno cessato l’attività dal 2022 a oggi, riducendo il numero totale da 1.500 a 900. Questo ha creato una crisi economica locale senza precedenti e ha reso urgente un intervento coordinato.

Misure straordinarie per sostenere i pescatori

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Il Commissario Straordinario per l’emergenza, Enrico Caterino, ha annunciato l’attivazione di un sistema di rimborsi tempestivi per i pescatori che hanno subito danni a causa del granchio blu. “Vogliamo garantire che ogni pescatore riceva supporto immediato per riprendere le attività senza ulteriori perdite,” ha dichiarato Caterino.

La Regione ha inoltre istituito un fondo di 40 milioni di euro destinato a interventi di contenimento e gestione della specie invasiva. Questo fondo finanzia l’acquisto di attrezzature specifiche, la costruzione di barriere protettive e il potenziamento delle strutture di monitoraggio lungo le aree più colpite.

Monitoraggio scientifico e ricerca

Per comprendere meglio la diffusione e l’impatto del granchio blu, la Regione Veneto ha avviato un progetto pilota del valore di 1,5 milioni di euro, finanziato con risorse europee. Il progetto coinvolge Veneto Agricoltura e l’Università di Padova, prevedendo l’installazione di 300 nasse in punti strategici delle lagune per osservare la presenza e la riproduzione della specie.

Parallelamente, la Regione ha lanciato un piano di azione biennale (2025-2026) articolato in sei azioni principali: difesa della biodiversità, prelievo selettivo del granchio blu, smaltimento delle biomasse non destinate al consumo umano, contenimento fisico dell’invasione e sostegno alle imprese ittiche locali. “Solo con un approccio scientifico e coordinato possiamo proteggere sia l’ambiente sia l’economia della pesca,” ha spiegato un portavoce della Regione.

Opportunità e sostenibilità

Nonostante i danni, il granchio blu offre anche opportunità economiche. Circa il 20% delle catture viene destinato alla commercializzazione, con un valore stimato superiore al milione di euro nel 2024. La specie viene apprezzata in alcune cucine internazionali, offrendo possibilità per nuove filiere produttive.

La Regione sta lavorando per integrare il granchio blu in una filiera sostenibile, promuovendo la trasformazione in prodotti alimentari, mangimi per acquacoltura e fertilizzanti. Tuttavia, è fondamentale bilanciare la valorizzazione della specie con la tutela degli ecosistemi locali. “La nostra priorità è proteggere l’ambiente e garantire un futuro solido per i pescatori veneti,” ha affermato Caterino.

Il monitoraggio continuo e l’adattamento delle strategie rappresentano le chiavi per affrontare efficacemente questa emergenza ecologica e assicurare un futuro prospero per la pesca veneta.

A cura di Nora Taylor
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