Il gesto che parla al cuore
Nella serata di ieri, al Comando Compagnia di via Hermet, una donna accompagnata dai suoi figli ha deposto un mazzo di fiori in ricordo dei tre Carabinieri che hanno perso la vita durante il servizio. Un gesto semplice, ma dal grande valore simbolico, capace di esprimere con forza la gratitudine verso chi ogni giorno indossa la divisa per proteggere la collettività.
La memoria che si trasmette
La donna ha raccontato di aver già vissuto un momento simile insieme a sua madre, in occasione della strage di Nassiriya. “Desidero che i miei figli comprendano il valore del sacrificio e del dovere”, ha spiegato con emozione. Con le sue parole e il suo gesto, ha voluto mantenere viva una tradizione di memoria e rispetto, ricordando che il senso del servizio e dell’impegno verso il prossimo si costruisce anche attraverso piccoli atti di riconoscenza.
Commozione e gratitudine reciproca
Gli operatori presenti hanno accolto il gesto con sincera commozione. Hanno espresso profonda riconoscenza per un segno che ha saputo portare conforto in un momento di dolore condiviso. Le forze dell’ordine hanno sottolineato quanto sia importante sentire la vicinanza della cittadinanza, soprattutto quando si affrontano perdite così dolorose.
L’abbraccio della comunità
Il Colonnello Migliozzi, Comandante Provinciale, ha ringraziato le Autorità cittadine e la popolazione per i numerosi messaggi di cordoglio e solidarietà. Telefonate, fiori e bigliettini hanno testimoniato il legame autentico tra la comunità e i Carabinieri. Un pensiero particolare è andato a uno dei tre militari caduti, che in passato aveva prestato servizio anche in città, rendendo il lutto ancora più sentito e vicino.
Un ricordo che continua
Quella di ieri non è stata solo una serata di dolore, ma anche di orgoglio e gratitudine. Ogni parola, ogni fiore e ogni sguardo hanno reso omaggio al coraggio di chi ha scelto di servire con onore. Il ricordo dei tre Carabinieri continuerà a vivere come esempio di dedizione e amore per la propria comunità.
A cura di Simone Pasquini
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